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17/03/2021

Le regole del gioco: la net neutrality dopo l'elezione di Joe Biden

La net neutrality o neutralità della rete è un principio relativo alla progettazione e alla gestione del web e postula che esso debba trattare tutti i contenuti (siti, piattaforme, tool e così via) allo stesso modo.

Tra le molte caratteristiche che definiscono questa neutralità, una è fondamentale: la rete può essere ritenuta "neutrale" se è priva di restrizioni arbitrarie sui dispositivi connessi e sul modo in cui essi operano, permettendo una fruizione completa di servizi e contenuti di rete da parte dell'utente finale.

Questa idea di fondo si basa su un presupposto: essendo una rete popolata di persone, internet non deve seguire i principi del denaro ma dell’originalità dell’idea e della qualità del contenuto. Un’ambizione di grande momento sia dal punto di vista della lotta alle fake news che da quello della difesa della privacy e della concorrenza.

Il tema della net neutrality è affiorato abbastanza frequentemente negli ultimi anni anche sulle pagine di quotidiani e riviste generaliste, ma ha avuto un’eco particolare in corrispondenza di due decisioni politiche: l’introduzione di una legislazione europea a garanzia della neutralità della rete, approvata il 27 ottobre 2015 e accompagnata da alcune polemiche - tra cui quella dello stesso Tim Berners-Lee - che ne denunciavano la troppa permissività nei confronti dei fornitori di servizi internet.

La seconda occasione è avvenuta nel 2017, a seguito alla nomina di Ajit Pai, da parte dell’amministrazione Trump, a capo della Federal Communications Commission (FCC), l’agenzia indipendente statunitense che regola il sistema delle comunicazioni. Pai era un noto oppositore della net neutrality e ha inaugurato una fase di progressiva eliminazione di tutte le regole imposte dal governo Obama, in particolare con l’Open Internet Order del 2015.

Considerando la rilevanza che sistemi e servizi digitali hanno acquisito nel corso dell’ultimo anno, quando l’accesso alla rete ha rappresentato per aziende e utenti l’unica possibilità di lavorare e di svolgere molte attività quotidiane, si può comprendere come la neutralità della rete rappresenti un tema fondamentale per tutti i settori ma in particolare per chi come noi si occupa di comunicazione.

Vediamo quali sono le principali dimensioni su cui la net neutrality può influenzare la presenza di persone e aziende sul web.

 

Implicazioni e obiettivi della net neutrality

Nelle due occasioni sopra riportate, il dibattito sulla neutralità della rete si è sviluppato quasi esclusivamente sul tema della libertà di espressione e di parola su internet. Sotto questo punto di vista, si discuteva se le società che forniscono le connessioni online (i provider) debbano avere il diritto di discriminare il traffico dei contenuti online con "doppie velocità", filtri, corsie veloci o rallentamenti arbitrari. Per i provider, infatti, questo diritto può significare la possibilità di offrire servizi premium a propri clienti parcellizzando la larghezza di banda e riducendo le possibilità di accesso alla rete di altri utenti.

In realtà, i temi connessi alla neutralità della rete sono molti, in particolare da parte dei sostenitori di questo principio, e possono essere riassunti in quattro punti principali:

  1. La protezione dei dati: l’introduzione di normative a favore della net neutrality può infatti impedire ai provider internet di esaminare, interrompere o filtrare i contenuti diffusi su internet, eventualmente impedendo a alcuni utenti di accedere a determinati contenuti e ad alcuni siti di essere visibili.
  2. La difesa della libertà digitale: se si garantisce che tutte le persone e i siti web abbiano uguale accesso reciproco, si contribuisce alla democrazia della comunicazione, impedendo che maggiori disponibilità economiche favoriscano una maggior visibilità online.
  3. Il terzo argomento è legato al rischio che una limitazione della libertà della rete possa rallentare la crescita del settore: la maggior parte delle grandi innovatori della storia di internet, infatti, hanno spesso iniziato con pochi capitali e grandi idee. In una condizione della rete non paritaria, i loro risultati sarebbero stati quasi impossibili da raggiungere, perché solo la neutralità riduce il controllo da parte dei proprietari delle reti, favorisce la concorrenza e la libertà di accesso da parte di chiunque.
  4. L’ultimo punto è invece più legato alle modalità di fruizione della rete da parte degli utenti. Già nel 2012 S.S. Krishnan e R. Sitaraman avevano dimostrato una relazione diretta tra il comportamento della rete e la disponibilità degli utenti ad attendere il caricamento prolungato di un sito. Il principio alla base è semplice: se mi abituo a un servizio migliore, non accetterò mai di tornare a uno peggiore. In assenza di una vera neutralità della rete, quindi, i fornitori di servizi internet avranno il potere di favorire chi sarà disposto a pagare per essere raggiunto più facilmente e per fornire un servizio più rapido ai propri clienti a discapito degli altri.

In questo dibattito, non stupisce di trovare le grandi aziende schierate a seconda del proprio settore di appartenenza: le aziende di software e di servizi forniti attraverso la rete - come Amazon, Twitter, Microsoft - si sono più volte dichiarate a favore di un’assoluta neutralità della rete, mentre i provider di servizi internet e le società di telecomunicazioni (che in molti casi sono i proprietari delle reti utilizzate), come Comcast, Verizon, Nokia, Cisco e Qualcomm sono contrari a una regolamentazione.

 

Le conseguenze dell’abolizione americana

Come ricordato sopra, la nomina di Pai a guida della FCC ha inaugurato una fase di profonda deregulation del sistema delle telecomunicazioni americane: da allora, le aziende provider di servizi Internet (ISP) non sono state più tenute a offrire il medesimo livello di accesso a qualunque contenuto legale disponibile su internet.

L’obiettivo dichiarato da Pai era quello di reagire al digital divide mettendo i provider di servizi internet nelle condizioni di effettuare investimenti per portare la connessione veloce alle aree rurali e periferiche del paese. In effetti, gli ultimi anni hanno visto una crescita degli investimenti nell’infrastruttura digitale degli Stati Uniti, che è stata ampliata e potenziata. Ma questo non ha garantito il superamento del digital divide perché, se la connessione poteva arrivare a più case e più cittadini, i suoi costi sono rimasti gli stessi, escludendo le fasce della popolazione a reddito più basso.

È il tema dell’affordability: la neutralità della rete, stimolando la concorrenza, ha l’obiettivo di abbassare i prezzi necessari a usufruire di servizi di rete. Stimolare la costruzione di infrastrutture di comunicazione senza intervenire sui costi di questi servizi agli utenti finali, come avvenuto negli Stati Uniti, non ha fatto altro che rendere ancora più evidente la disparità di opportunità, per utenti e aziende, nell’accedere a una rete non neutrale.

Va tuttavia sottolineato come le principali paure dei sostenitori della net neutrality non si siano realizzate nel corso dei 4 anni dell’amministrazione Trump. I provider di servizi internet e le società di comunicazione non hanno abusato della propria posizione dominante al di sopra del livello di guardia.

È quindi con curiosità che si guarda oggi alle decisioni che Joe Biden prenderà in merito alla FCC e alla neutralità della rete nel corso dei suoi primi mesi di presidenza, dal momento che la stragrande maggioranza dei democratici (e un discreto numero di parlamentari repubblicani) ha già preso nel recente passato posizioni a favore della neutralità della rete.

 

Neutralità della rete: cosa farà Biden?

La nomina del prossimo direttore della FCC al posto di Ajit Pai, dimissionario il giorno successivo all’elezione del nuovo Presidente, sarà sicuramente il primo passo che rivelerà la strategia di Biden nei confronti della net neutrality.

La nuova Commissione sarà attesa alla fondamentale sfida di ridurre il digital divide presente nel paese, completando lo sviluppo di reti ad alta velocità e rendendo l’accesso a internet più conveniente a tutti.

Un obiettivo comune a tutti gli stati del mondo, soprattutto a seguito della pandemia da Covid-19, che ha reso una connessione a internet il principale strumento di lavoro, svago e acquisto da parte dei propri cittadini.

Una ragione in più per osservare gli sviluppi della situazione americana con grande attenzione.

 

 

 

Photo courtesy by Gage Skidmore. 

 

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